Sono sempre stato convinto che nella vita di ognuno di noi, la differenza stia nel maestro che abbiamo avuto.
Ma il maestro di cui voglio parlare non è il primo maestro dei banchi di scuola, ma quel tipo di maestro che forma anche professionalmente, quello che ci insegna un lavoro, insomma, un maestro di professionalità.
Partiamo però prima di tutto dalla definizione: chi è il maestro?
La definizione del dizionario è complessa, ha molte sfumature.
“È una persona che in virtù delle cognizioni e delle esperienze acquisite, risulta all’altezza di contribuire in tutto o in parte all’altrui preparazione o formazione: un grande m. di eloquenza; nel suo campo è un m.; spesso con riferimento a una singolare abilità, competenza e originalità”
Il maestro, un buon maestro è una guida, una persona a cui fare riferimento.
Ma abbiamo davvero un’idea di chi sono i maestri, li abbiamo incontrati e riescono ad essere un esempio o sono solo “maestri teorici”?
Avete presente ad esempio quelli che sanno tutto sul matrimonio e dispensano consigli matrimoniali? Bene, spesso, sono le stesse persone che nel corso della vita hanno collezionato più di un divorzio, beh direi che questo è un classico esempio di chi si mette in cattedra, di chi vuole insegnare ma certamente non è un maestro!
Mentre se citiamo esempi come: Gandhi, Rita Levi-Montalcini, Steve Jobs e altri grandi nella musica, nell’arte ed in moltissimi altri campi, ci vengono in mente individui che per primi hanno messo in pratica i loro stessi insegnamenti in modo visibile e coerente.
Noi conosciamo formatori professionisti che formano risorse umane senza nemmeno aver mai gestito un team di lavoro o peggio ancora nemmeno una segretaria.
Il punto dunque è “se non sei abile e non sei un vero esempio, meglio non proporsi come maestro.”
I più fortunati di noi hanno avuto un maestro che gli ha insegnato il mestiere e gli ha dato l’opportunità di costruirsi un futuro grazie alle competenze ricevute. Spesso, il risultato ricevuto è stato proprio l’ingratitudine.
Chi pensa di non avere bisogno di maestri rientra in uno di questi due casi:
1. la persona ha raggiunto una consapevolezza importante e ha piegato il suo ego al punto da sapere imparare da tutti.
2. la persona in questione non ha abbastanza coraggio e “palle” per confrontarsi ed accettare che qualcuno possa mettere in discussione la sua idea pre-costituita
Ho avuto la fortuna di avere molti maestri:
il mio primo maestro professionale (Mirko) mi ha insegnato a mettere le fondamenta ai sogni e alle ambizioni che avevo.
Il mio secondo maestro (Franco) mi ha insegnato il valore della lealtà e la fortuna di avere persone sulle quali poter contare.
Il mio terzo maestro (Marco) mi ha insegnato a mettermi in discussione e ad accettare in me i cambiamenti che volevo vedere realizzati negli altri.
Il mio quarto maestro (Francesco) mi ha insegnato a fare i piani e a metterli in atto.
Ma il mio migliore maestro è stata mia madre, che mi ha insegnato che quando fai le cose con amore superi te stesso.
Per questo motivo, per la profonda comprensione della parola e del suo significato, credo di essere un buon maestro e di avere qualcosa da offrirvi di concreto.
Se vuoi affiliarti a Grandi Agenzie sappi che lo studio è importante e bisogna essere pronti ed aperti a diventare professionisti migliori ogni giorno, a sopportare che qualcuno ti spinga ad osare ed andare oltre le tue convinzioni.
Se hai il desiderio di imparare ogni giorno, di sfidarti e non mollare, io ci sono, come prima di me ci sono stati i miei maestri, per i quali provo una immensa gratitudine.
Stefano Mulas – Direttore Franchising Grandi Agenzie
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