Molti anni fa, quando io ero bambino ed abitavo nel paesello, le famiglie che avevano debiti e che non pagavano il pane a fine mese erano isolate dagli altri membri della comunità e poco degne di amicizia o attenzioni. Ricordo mia mamma, che mi diceva: “Non farti amici quelli, perché sono indebitati con tutti e non rispettano quello che promettono!”.
Le persone valevano quanto la loro parola. L’aspetto prioritario sul quale si veniva valutati era il carattere, ovvero la capacità di rispettare e onorare principi e valori quali l’onestà, la lealtà, la solidarietà nei confronti di tante famiglie che mangiavano pane e cipolla, ma che mai e poi mai sarebbero state disoneste o avrebbero cercato di avere qualcosa senza esserselo meritato. Il valore di una persona era dato dalla sua capacità di agire nel rispetto dell’etica e del prossimo.